Liberamente ispirato al Darab Nameh di Abū Tahereh al-Tarsūsī (XII secolo).
Autore: Francesca Chiesa – Casa editrice: La Case Books –
Di cosa parla il libro:*
Il Romanzo di Dario/Darab Nameh. Bahman Ardashir, figlio di Esfandyar e re dell’Iran, deve lasciare il paese perché uno schiavo di nome La’La’ ha preso il potere: si rifugia presso il re dell’Egitto Sam Cioresh, che ha una figlia di nome Humay. Costei, esperta e valentissima in tutte le arti militari, ha annunciato che sposerà solo chi riuscirà a vincerla in combattimento. Bahman tenta l’impresa e rimane sconfitto una prima volta, ma vince la seconda. Toma in Iran con la sposa e grazie all’esercito che Humay è riuscita a ottenere dal padre, riesce a cacciare lo schiavo ribelle e a riconquistare il regno. Dopo alcuni anni di vita felice si reca ad affrontare un drago che terrorizza la popolazione, e il drago lo uccide. I nobili, riuniti a consiglio, affidano il regno a Humay, che lo governa con grande saggezza. Dopo qualche tempo la regina si accorge di attendere un figlio di Bahman: poiché teme che un erede possa sottrarle il regno, subito dopo il parto ordina alla balia di deporre il bambino in una cassa, assieme ad alcuni gioielli, e di abbandonarlo alle acque. La cassa è recuperata da un lavandaio che ha appena perso l’unico figlioletto; lui e la moglie decidono di adottare il neonato e lo chiamano Darab, che significa “nell’acqua”. Il piccolo principe cresce e già dall’infanzia dimostra una forza eccezionale. Capisce ben presto di non essere figlio del lavandaio; dopo una serie di rocamboleschi eventi l’emiro della regione, Mardu, fa credere a Darab di essere suo padre. Un giorno arrivano alla corte di Mardu gli inviati di Humay, che pretendono ii pagamento del tributo annuale. Darab si ribella in nome di Mardu e ne fa strage. Convocato dalla regina insieme all’emiro, Darab arriva a corte – ormai ha tredici anni ed è un bel ragazzo, alto e forte. Si trova confuso tra la folla e vede da lontano Humay, assisa in trono all’altro lato della Sala. Una distanza abissale li separa ma nel momento in cui si guardano qualcosa accade. Il giorno seguente Darāb si ripresenta a corte con Mardū, rispondendo alla convocazione della Regina. Humāy è in attesa e non appena vede il giovane sente la passione prorompere e il latte uscire dal seno. La regina vorrebbe tenerlo con sé ma glielo impedisce l’opposizione dei nobili, indispettiti per l’affetto che lei gli dimostra. Così, dopo varie traversie, induce Darab a partire, consigliandogli di stare lontano per qualche tempo. La prima tappa del viaggio di Darab è in Oman, dove viene imprigionato per avere ucciso i figli del re. Nella notte Temrusyye, che il re dell’Oman aveva sposato dopo averla sottratta alla sua famiglia, gli propone di fuggire per cercare insieme a lei di raggiungere le isole del Mare di Grecia, dove regna suo padre. I due s’imbarcano con il proposito di raggiungere la loro meta per mare. Veleggiano incontrando avventure e creature di ogni genere e affrontando insidie a non finire: tempeste e talismani, cannibali e mostri marini. Sempre si salvano con l’aiuto di sogni profetici, cure magiche, interventi divini, e talvolta anche grazie agli atti eroici di Darab. Poco dopo, però, le circostanze li separano e Darab arriva solo in un’isola del Mare di Grecia – forse Creta – percorrendo un canale scavato sotto il Monte Qaf, ovvero il Monte Sinai. In quest’isola sposa Zan-klisa/Donna-di-chiesa, figlia del sovrano defumo, e viene incoronato re. Nel frattempo Temrusyye incontra il fratello Mehrasb ma dopo alcune avventure viene separata anche da lui. Temrusyye e Darab si ritrovano e si sposano ma la prima moglie di Darab, Zanklisa, uccide la rivale; poco dopa perisce a sua volta a causa del morso di un serpente. Sopravvive il figlio di Temrusyye e Darab, cui viene attribuito il nome di Dara. Darab annuncia che per assicurare il trono al figlio tornerà in Persia: mentre è in viaggio, apprende che sua madre Humay è stata sconfitta in battaglia dal Cesare di Rum, Filqus: discendentc del rnitico eroe iranico Salm, figlio di Fereydun, quindi un suo lontano parente. Darab si affretta a correre in aiuto della madre, ma prima che possa raggiungerla Humay viene catturata e imprigionata nella città di Shahr-Ray. Darab la salva e lei gli cede il trono. II Cesare di Rum viene sconfitto, catturato e tenuto prigioniero nella città di Istakhr. Gli scontri riprendono sotto la guida di un fratello di Filqus ma anch’egli viene catturato da Darab, il quale gli chiede in moglie, quale tributo, la figlia di Filqus: Nahid.
*Nota della Direzione del blog: Una storia di donne persiane è stato suggerito dalla stessa autrice del libro, Francesca Chiesa.
Recensione del suggeritore:
II Darab Nameh/Romanzo di Dario è un romanzo in prosa di lingua persiana, composto probabilmente nel XII secolo e attribuito ad Abu Taher Muhammad ibn Hasan ibn’Ali ibn Musa al-Tarsusi, cioè di Tarso. Fino ad ora tradotto integralmente solo in russo. Dell’autore non sappiamo nulla se non quello che ci dice il suo nome: che era padre di Taher e nato o vissuto a Tarso; chi se n’è occupato – dal curatore della versione a stampa agli scarsi studiosi che gli hanno dedicato qualche attenzione – lo definisce un cantastorie. Un cantastorie avrebbe scritto questo romanzo che è una storia di donne; una girandola inconsueta di persiane, romane, greche, abissine, indiane, filosofe e schiave, regine e consigliere, guerriere e amanti; un mélange di epica iranica, tradizione alessandrina, influenze ebraiche ed ellenistiche, gioco di specchi e caleidoscopio di percorsi narrativi? Una catena femminile persiana di trasmissione del potere che accoglie influenze linguistiche greche, registra voci africane e, non si limita a prestare la sua voce a una tradizione ma rielabora e intreccia storie seguendo un progetto complesso e raffinato?
Francesca C.
Informazioni sull’autore del libro Una storia di donne persiane:
Francesca Chiesa (1955) , laureata in filosofia, ha lavorato per il Ministero degli Affari Esteri in Iran, Russia, Grecia, Eritrea, Libia, Kenia.
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