nome in codice ulisse

Nome in codice Ulisse

Trent’anni di storia italiana nelle memorie di un protagonista dei servizi segreti.

Autore: Fulvio Martini – Casa editrice: Rizzoli

Di cosa parla il libro:

“La guerra fredda per i servizi segreti italiani non è stata tale: è stata una guerra tiepida e in qualche caso anche una guerra calda.” Così inizia questo memoriale dell’Ammiraglio Martini, l’uomo che per quasi venticinque anni ha diretto il controspionaggio militare italiano, prima SID poi SISMI. Nome in codice Ulisse è un libro che racconta dall’interno le caratteristiche di organizzazioni più volte discusse nel nostro paese, ma mai veramente conosciute. E racconta una fase ragguardevole della storia d’Italia affrontando quattro argomenti centrali: i rapporti con gli alleati atlantici, il confronto con il Patto di Varsavia, la lotta al terrorismo negli anni Settanta, gli avvenimenti del Medio Oriente.

Recensione del suggeritore:

Nome in codice Ulisse ripercorre alcuni avvenimenti degli ultimi decenni della storia italiana dal punto di vista molto particolare di chi quegli avvenimenti li ha vissuti ed in alcuni casi li ha dovuti “gestire”. Senza svelare i segreti che sono destinati a rimanere tali, l’Ammiraglio Martini ci fornisce una chiave di lettura dietro le quinte molto interessante.

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Altre recensioni sul libro Nome in codice Ulisse

‟ Tra le fonti per la storia degli ultimi decenni, e tra le ricostruzioni (non disinteressate) della “strategia della tensione” fra qualche tempo spiccheranno queste memorie di un protagonista. Secondo le numerose e annose inchieste giudiziarie, molti dei “misteri” italiani, dal terrorismo allo scandalo P2 ecc., potrebbero essere avviati a chiarimento se alcuni agenti segreti italiani (in servizio e non) si dimostrassero più “cooperativi”. Chi si aspettasse dalla lettura del libro una risposta o anche solo una mezza verità in grado di illuminare lati oscuri delle intrusioni del Sismi nelle “faccende” italiane, rimarrà deluso. L’ex capo del servizio segreto militare dal 1984 al 1991, ammiraglio Fulvio Martini, si propone di reagire al quadro “fazioso” e “giornalistico” comunemente offerto dell’operato del Servizio militare italiano durante gli anni 1970-1990 (nonché di “dare un pubblico riconoscimento alla figura e all’operato del colonnello Giovannone, che nel periodo del terrorismo palestinese contribuì molto a che le attività terroristiche di quell’origine non insanguinassero il suolo italiano”, pp. 252-253). Nella prima parte del libro, l’a. tratteggia rapidamente le origini e l’attività istituzionale del Sismi, per poi ripercorrere la propria vicenda personale (tenente di vascello comandante di corvetta, agente del servizio informativo della Marina, addetto militare dell’ambasciata italiana in Jugoslavia, infine uomo del Sismi). Nel proseguo, l’esposizione si sofferma su episodi conosciuti, come il sequestro dell’Achille Lauro, l’incidente di Sigonella, l’attentato a Fiumicino del 1985, senza aggiungere alcun particolare in grado di cambiare la comprensione storica degli eventi. L’unica novità di un certo rilievo è l’ammissione dell’intervento del Sismi, su direttive di Craxi e Andreotti, per la successione del presidente tunisino Bourghiba nel 1987. Infine, l’ex capo del Sismi vanta alcuni successi dell’Ufficio situazione, capace di prevedere la tattica di attacco adottata dagli arabi nel 1973, l’implosione della Jugoslavia negli anni novanta e le conseguenze nefaste del riconoscimento europeo e statunitense dell’indipendenza della Bosnia. Rimane un dubbio (retorico): se Martini era, come afferma lungo tutta la narrazione, soddisfatto del rendimento operativo degli agenti del Sismi, perché si operò attivamente (ma a suo stesso dire inefficacemente) per modificare le procedure di selezione del personale? Infatti, secondo l’ammiraglio occorre rivolgersi “più massivamente ai giovani diplomati o laureati del settore privato, cosa che si fa comunemente all’estero. Così, si rompe con le raccomandazioni, e si evita l’arrivo di gente che aspira solo a uno stipendio migliore o, se si tratta di militari, anche a limiti d’età più elevati e a una certa inamovibilità” (p. 183). Desta preoccupazione che perfino il capo del Sismi non sia stato in grado d’imporre il proprio volere in questa opera di rinnovamento ‟.

Rinaldo Cappelli

Informazioni sull’autore:

Fulvio Martini (1923 – 2003) è stato un è stato un ammiraglio e direttore del SISMI dal 5 maggio 1984 al 26 febbraio 1991. All’inizio degli anni sessanta quale ufficiale del Servizio informazioni operative e situazione della Marina (SIOS), in servizio sul Bosforo, incaricato di controllare i mercantili sovietici che transitavano nel Mediterraneo, in una foto immortalò alcuni pezzi di ricambio di un missile in viaggio per Cuba, consegnando nelle mani degli americani una delle prove che sarebbero servite a incastrare Chrušcëv durante la crisi di Cuba. Durante il sequestro dell’Achille Lauro collaborò col Governo Craxi I, come responsabile del servizi segreti militari, alla gestione delle operazioni.

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